Il rumore delle cose che ami, quando iniziano.

“Da allora, Ada aveva sempre avuto pazienza e, per distinguere le cose che finiscono da quelle che iniziano, aveva imparato a stare attenta. Aveva capito che le cose, quando finiscono, lo fanno in silenzio. Mentre quelle che iniziano fanno un rumore bellissimo”.

Io non ho mai imparato ad ascoltare il rumore delle cose che iniziano, ma, al contrario di Ada, la protagonista del romanzo di Evita Greco Il rumore delle cose che iniziano (Rizzoli, 2016, pp. 328), ho capito che rumore fanno quelle che finiscono. Perché è vero che lo fanno in silenzio, ma a volte il silenzio è più assordante del suono.

il rumore cose iniziano

Questa è la storia di Ada, o forse dovrei dire di Ada e Teresa, nipote e nonna, un unicum che assomiglia ad una persona sola, ma che è fatto di due entità molto diverse e ben distinte.

L’abbandono da parte di una madre è un trauma difficile da superare, specie se sei piccolo e la mamma, secondo natura, è il punto di riferimento affettivo emotivo ed umano per eccellenza. Ma anche uno shock di questo tipo si può fronteggiare, soprattutto se hai una nonna che sopperisce in tutto e per tutto alla mancanza della figura materna.

L’amore che lega Ada e Teresa è, infatti, un amore totalizzante, che ripercorre le tappe dell’amore madre-figlia, pur essendo Teresa la nonna di Ada. Vivono insieme da sempre, con quell’ulivo in giardino che cresce anche quando sembra che sia immobile (esattamente come il loro sentimento).

La loro casa interiore è fatta invece di tante piccole cose, quelle semplici, che fanno della vita un vero capolavoro. A partire dall’attenzione ai dettagli, come il rumore delle cose che iniziano.

Quando Teresa si ammala, Ada è con lei in ospedale, resta lì, tutto il giorno tutti i giorni, nella stanza 9 del reparto di oncoematologia; a prendersi cura della nonna e a vegliare sulla nipote, ci pensa Giulia, l’infermiera tutta d’un pezzo, alla quale il destino sembra aver tracciato un percorso senza alcun ostacolo. La fermezza e la determinazione di Giulia stonano accanto alla delicata incertezza di Ada, che qualche volta ne avverte prepotentemente il peso. Eppure le due donne si vogliono bene, di un affetto sincero, riconoscono la loro diversità e la accolgono.

E poi c’è Matteo, l’uomo affascinante e ambiguo che diventerà il compagno part-time di Ada durante il periodo ospedaliero. Matteo l’ha travolta in modo silenzioso ma sorprendente, con una passione che nasce da un regalo banale, come una margherita.

Eppure Matteo, spesso assente durante i suoi lunghi viaggi di lavoro, nasconde qualcosa: Ada non riesce a specchiarsi completamente nella trasparenza del suo sguardo, sebbene all’inizio si rifiuti di affrontare la realtà. Lei sa che il suo posto è tra le braccia di Matteo, in quel loft che assomiglia più a una tana che a una casa, ma è proprio lì che Ada diventa più insicura.

La perdita di nonna Teresa segnerà il punto di non ritorno per la giovane nipote, il giro di boa a cui non può sottrarsi: il suo microcosmo di attimi di meraviglia sembra crollare e lei, la più ingenua, la più dolce, la più spaurita, la ragazza che vive in una dimensione tutta sua, deve fronteggiare un nuovo abbandono.

evita greco

Come un’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri, Ada si rivelerà la figura vincente che cavalca la vita con garbo e con fermezza. La sua disarmante ricerca di autenticità sarà lo strumento con cui, eroina di se stessa, si salverà dalla disperazione: Ada si immerge nel dolore, lo gusta lentamente camminando a piedi nudi tra le macerie del suo presente e sa che è così che la vita va vissuta, scegliendo di soffrire per elaborare il lutto, scegliendo di continuare a meravigliarsi di fronte ad un campo di margherite, scegliendo di scegliere, sempre.

Quando ho iniziato a leggere Il rumore delle cose che iniziano ho pensato subito che ci fosse qualcosa di strano, come se tra me e le pagine ci fosse un sottile velo di diffidenza che non riuscivo a capire a cosa fosse dovuto. La mia mente cercava di allontanarsi, di distrarsi e a me continuava a sembrare tutto molto strano. Un libro che rifiuta il lettore non si era mai visto. Poi, a mano a mano che procedevo con la lettura, ho iniziato a comprendere.

IMG_20160531_102600

Lo scorso 22 luglio mia nonna se ne è andata. Lo ha fatto in ospedale, di notte, nella tragicità di una grande sofferenza , con 41 e mezzo di febbre e 30 gradi all’ombra. Io una madre ce l’ho sempre avuta, figura forte e autorevole, sostegno e amore, severità e dolcezza, ma ero ugualmente legata a mia nonna da un sentimento imprescindibile. E anche quello era amore, in qualche modo materno, in misura e modi differenti, ma comunque speciale, di donna a donna.

Evita Greco mi ha dato l’occasione che forse aspettavo da tempo, senza rendermene conto. Anzi. Io, come Ada, ho cercato fino ad oggi di non affrontare direttamente la realtà: il lutto non è solo un momento da superare, ma è una condizione mentale, è elaborazione dell’assenza di una persona dalla propria vita, ma non dai propri pensieri. Mi sono immersa nel dolore – cosa che, tuttavia, inevitabilmente, avevo già fatto, ma non del tutto – ho ripescato dalla memoria i tre anni passati in ospedale con mia nonna, le corse disperate alla ricerca di un infermiere che ci prestasse ascolto e misurasse la saturazione, la luce aggressiva dei mesi estivi che penetrava tra le rughe di una donna che ha vissuto molto.

Ci vuole coraggio ad accettare di rimanere ogni giorno un po’ più soli, ci vuole tanto coraggio anche quando di anni ne hai 26 e pensi che la vita possa solo riservarti cose belle. Evita Greco l’ha fatto con dolcezza, mi ha ricordato l’amore che non ho più, i sorrisi di cui ora mi privo, la forza che c’ho messo a restare lì dov’ero, l’unico posto possibile in quel momento necessario.

L’urgenza di amare non muore mai, questo l’ho imparato, e sopravvive anche oltre la morte, che è solo assenza temporanea di respiro, un’apnea che dura un’eternità ma alla quale, prima o dopo, ci si ricongiunge.

IMG_20160606_131842

Pubblicità

4 Comments

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...