““Non erano le lodi che desiderava, ma un modo di scomparire affondando nella fatica”, scrive Anna Banti (ossia Lucia Lopresti) in “Un grido lacerante”, il suo romanzo più intimo e fors’anche più sofferto, perché attinge ampiamente dalla vicenda biografica. Ma questo testo, scritto quattro anni prima di morire e che si pone a chiusura della sua carriera letteraria, pare oggi introvabile. O meglio, resistono le vecchie edizioni (Rizzoli 1981) ma il grande mercato sembrerebbe aver accantonato perfino il ricordo di questa scrittrice e saggista attenta alla condizione femminile e alla tematica psicologica. Un piccolo universo clandestino e per questo in parte sommerso, che riaffiora perlopiù quando si parla di Artemisia e di Lorenzo Lotto, dunque quando si parla di arte giacché gran parte del suo interesse culturale s’intrecciò col mondo artistico e pittorico”.
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Caricatura di Anna Banti ad opera di Renzo Sciutto: caricaturista, illustratore e sceneggiatore, Sciutto ha scritto soggetti e sceneggiature per “Topolino”, “Almanacco Topolino”, “Paperino mese”; ha collaborato come disegnatore con “Sorrisi e canzoni tv”, pagine di cultura ed economia del “Corriere della Sera”, “Uomo Vogue” e “La settimana enigmistica”.
Potete seguirlo su Instagram: @caricature_perteforyou
O contattarlo tramite mail: sciuttorenzo@tiscali.it
Concordo! Una scrittrice che avrebbe meritato più visibilità nel panorama letterario.