“Esiste un punto d’incontro preciso tra libro e lettore. Forse, potremmo definirlo più un punto di incrocio che non d’incontro, nel quale il filo della storia, che lo scrittore ha messo in mano al pubblico al principio della narrazione, inizia ad arrotolarsi attorno al dito di chi sta leggendo. Quel punto lì non è che l’immedesimazione semi-totale dello spettatore rispetto alla materia che gli viene raccontata. Un processo che, soprattutto di questi tempi, si ripete sempre più spesso con quei libri che noi chiamiamo saghe – perlopiù famigliari – a cui ci aggrappiamo con ragionevole convinzione, attratti dal fascino delle storie che si intrecciano al loro interno. Ma una cosa su tutte, più di tutte, ci spinge in quella direzione: la famiglia“.
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