H. P. Lovecraft, ovvero della mostruosità dell’amore

Se per fare colpo a San Valentino bisogna essere originali, L’orma editore ci fornisce un assist di non poco conto, perché proprio a partire dal 15 febbraio di quest’anno (e dunque, a questo punto, possiamo giocare d’anticipo per il prossimo San Valentino) troviamo in libreria – nella collana Pacchetti, dall’insolita forma a missiva, con tanto di spazio per il francobollo e l’indirizzo postale – L’età adulta è l’inferno. Lettere di un orribile romantico di Howard Phillips Lovecraft, un prezioso libretto curato dall’eccellente Marco Peano.

51aifzM5SHL._SX298_BO1,204,203,200_

Certo, penserete – forse a ragione – che il celebre maestro dell’horror non ispiri propriamente quella dolcezza che ci si aspetterebbe dalla festa degli innamorati, eppure questa volta non si parla di materia orrorifica, o almeno non del tutto.

Trattasi di un accurato lavoro di selezione da parte di Peano, che si è mirabilmente destreggiato fra le lettere che compongono l’enorme epistolario lovecraftiano (delle centomila lettere che ha scritto ce ne sono arrivate circa ventimila). Alcune di queste sono rivolte ad amici, colleghi e parenti, e parlano dell’affermata modista Sonia Haft Greene, che HPL sposò il 3 marzo 1924 nella cappella di St Paul, a Manhattan.

hpl

Da questa manciata di missive riusciamo a ricostruire il vissuto e l’indole di un uomo al di sopra delle righe: se ne ricava il ritratto di un gentiluomo di gran classe, certamente di vivida curiosità, ma non è tutto. Il quadro risulta completo solo se aggiungiamo quella sua naturale propensione all’odio «per il mondo in generale»: misogino, xenofobo, antidemocratico e antisemita, Lovecraft sembra rifiutare qualsiasi contatto col mondo esterno – per questo, oltre che maestro dell’horror, diventerà anche un “maestro della missiva”, redigendo migliaia di lettere, di anche quaranta o cinquanta pagine, per i suoi lontani corrispondenti.

L’unica fra gli amici di penna che Lovecraft conoscerà di persona e che poi sposerà in segreto è proprio Sonia, una vedova ebrea di origini ucraine (ironia della sorte), di cui lo scrittore apprezzerà «l’intelligenza singolarmente vasta e vivace» – nonostante si tratti di una donna, beninteso. Eppure questo matrimonio, fortemente voluto da Sonia, naufragherà dopo neanche due anni, per l’incapacità di Lovecraft di relazionarsi col resto del mondo se non tramite lettera.

«Ho la fortuna di possedere un’immaginazione ben più vasta delle mie emozioni» scrive a Rheinhart Kleiner «Non ho mai provato il minimo interesse per le romanticherie e gli affetti».

Lascia un commento