“Il giallo è fortemente radicato, per tradizione prima e per scelta poi, nel mondo che il romanzo racconta e per questo muta col mutare della società nella quale è ambientato”.
Loriano Macchiavelli
Lo dice Loriano Macchiavelli e lo dico anche io, che il giallo è ben radicato non solo nella nostra tradizione letteraria (ovviamente non mi riferisco solo a quella nostrana), ma forse anche nella nostra forma mentis attuale, contemporanea.
I romanzi gialli sono, ad oggi, i più pubblicati e i più letti, il noir, il thriller e il poliziesco, sono sicuramente tra i generi più apprezzati dal grande pubblico e hanno acquisito nel corso degli ultimi anni una “nobiltà” tale da creare un forte appeal nei lettori italiani.
Il giallo viene letto un po’ ovunque, al mare, in montagna, in vacanza, durante le ore di pausa al lavoro, è un evergreen che, per l’appunto, non ha tempo, forse perché stimola la curiosità del lettore con leggerezza ma anche con arguzia, costringendo ad un inconsapevole ma efficace sforzo di attenzione che attiva i neuroni e solletica lo spirito critico.
Proprio per questo oggi ho deciso di dedicare un articolo ai gialli, consigliando non solo romanzi, ma anche saggi che fungano da guida per uno studio approfondito di questo genere tanto amato.
Iniziamo con un grande classico, E’ un problema di Agatha Christie (titolo originale The Crooked House, che ha il duplice significato di “informe, bizzarro, difforme”, nel senso concreto, fisico, e di “tortuoso, distorto”, nel senso astratto e morale).
Questo romanzo, breve ma intenso, che la stessa Christie ha definito suo “prediletto”, ha come protagonista un’intera famiglia, quella dei Leonides: Aristides Leonides, ultraottantenne miliardario di origine greca, ha sposato Brenda, ragazza di umili origini, nonostante la feroce opposizione di tutta la famiglia.
Quando Aristides muore, perché qualcuno ha sostituito l’insulina contenuta in una fiala con una sostanza letale, la famiglia Leonides punta unanimemente il dito contro Brenda e contro Lawrence Brown, precettore dei nipoti sospettato di avere una relazione con la giovane. Eppure le indagini non riescono a fare piena luce sulla vicenda, nulla sembra così chiaro e la famiglia è costretta a convivere con il pensiero che fra di loro si nasconda l’assassino, pronto di nuovo a colpire.
Questo romanzo del 1949 contiene tutta la caratterizzazione classica dei personaggi della Christie e non è solo sorprendente – come quasi tutte le trame della giallista – ma si concentra anche molto sull’atmosfera stessa che si viene a creare all’interno del libro.
Personaggi, ambientazione e rapporto diretto autore-lettore si fondono in un magnifico quadro letterario, in cui, forse più nitidamente in questo scritto che negli altri, il lettore è tanto attratto dalla trama quanto da tutto ciò che vi ruota intorno, diventando quasi spettatore – tanta è la precisione e la cura dei singoli dettagli – di un film, che appaga i sensi col suo gioco di colori, gesti, rumori e colpi di scena.
Il secondo romanzo che consiglio di leggere è anteriore a quello della Christie, perché risale al 1939 e appartiene ad un che è stato per molto tempo considerato un sottogenere: parliamo de Il grande sonno di Raymond Chandler, genere hard-boiled.
E’ il primo romanzo di Chandler che ha per protagonista uno degli investigatori privati più famosi della storia del poliziesco, Philip Marlowe.
Marlowe viene chiamato presso la villa dell’anziano e paraplegico generale Sternwood, la cui immensa ricchezza proviene da alcuni campi petroliferi situati nei dintorni di Los Angeles ed ormai esauriti. Il generale richiede a Marlowe di condurre delle indagini su un biglietto ricattatorio inviato da un certo Arthur Gwynn Geiger, titolare di una libreria specializzata in volumi antichi e rari.
Da qui inizieranno le avventure di Marlowe, che accetterà l’incarico e si troverà a indagare su un’attività libraria che in realtà copre un traffico di materiale pornografico, mentre avrà a che fare con Vivian, figlia maggiore del generale Sternwood, e con tutta una serie di delitti forse legati alla scomparsa di Rusty Regan, marito di Vivian.
Il grande sonno è il poliziesco per eccellenza, che rispetta regole e condizioni generali di un genere – l’ hard-boiled, appunto – che mira fin dal principio a mostrare il carattere intellettualistico della realtà, delineando un particolare settore della società e del mondo caratteristico di un livello dell’essere umano inferiore ad altri livelli, per quanto riguarda il contenuto stesso della realtà.
Marlowe è propriamente l’investigatore privato della tradizione dell’hard-boiled, quello che, a partire da Poe, si è fatto prevalentemente individuo eccentrico ed eccezionale, e che, insieme al lettore, cerca di scovare l’assassino. Con Chandler, però, si va oltre la tradizione continentale del poliziesco, e in questo caso non c’è solo l’investigatore come protagonista indiscusso del romanzo, ma anche il Male.
“Il male è inestirpabile in quanto connesso alla civiltà urbana e all’esercizio del potere”.
Proprio di questo, e di tutti i segreti del genere poliziesco – dagli albori fino ad oggi – parla il saggio curato da Alberto Castoldi, Francesco Fiorentino e Giovanni Saverio Santangelo Splendori e misteri del romanzo poliziesco (Mondadori). Un’analisi attenta e soprattutto dettagliata del genere hard-boiled, un saggio che ha la struttura di un dizionario critico a più voci, ciascuna dedicata ad indagare un aspetto specifico del poliziesco, nel tempo e nello spazio.
Veniamo ora al terzo romanzo consigliato, appartenente più al genere noir che al giallo vero e proprio. Anzi, vi dirò di più. Forse sarà proprio questa la forma del noir del futuro, quella che ha le sembianze di un romanzo feroce e sarcastico, che si muove sul confine dell’assurdo, imitando quasi la follia letteraria di un genio come Boris Vian.
Sto parlando di African Psycho di Alain Mabanckou (66thand2nd), in cui abbiamo un protagonista, Grégoire Nakomobayo, cresciuto nella cittadina di Colui-che-beve-l’accqua-è-un-imbecille, in cui delinquenti, prostitute e ubriaconi compongono la “fauna” locale.
L’ambizione di questo scapestrato senz’arte né parte, che di mestiere fa il carrozziere, è quella di diventare un serial killer professionista come il suo mito, lo spietato pluriomicida Angoualima. Nel tentativo di imparare i trucchi del mestiere (recandosi ripetutamente sulla tomba del suddetto maestro del male) Grégoire riesce solo a collezionare un fallimento dietro l’altro, fino a quando non individua la vittima perfetta. Riuscirà il nostro (anti)eroe a tenere alto il nome di Angoualima?
Un noir che si tinge di pazzia, mentre sguscia tra le vie dei vari generi letterari – passando per il comico, lo psicologico,il giallo, lo pseudo poliziesco – scritto con una penna brillante e audace, che non manca di spiazzare il lettore e continuare a stupirlo fino alla fine. Da non perdere.
Ed infine eccoci agli ultimi due consigli letterari, del medesimo autore: Mario Baudino.
Autore raffinato, elegante e ironico, non potete esimervi dalla lettura dei suoi libri. Vi consiglio in primis Lo sguardo della farfalla (Bompiani), il suo ultimo thriller letterario uscito a gennaio 2016.
Ponete un gruppo di bibliofili di un paesino di montagna in Piemonte, ponete che si trovino a dover valutare, loro, cacciatori di libri, una biblioteca immensa ereditata misteriosamente da un professore. Ponete un fantasma, tutto verde, che si aggira proprio in questa biblioteca e un libro, dal titolo incerto, dall’autore incerto, apparentemente introvabile, padre di un antico segreto.
Demi K – factotum e voce narrante – Duccio Tancredi – il Capo – e Matteo Genisi – l’alpino – insieme a Gegia, Silvio e il gatto Monsignore, si troveranno ad indagare il mistero che aleggia attorno a “Il guardo della farfalla” (o “Il guado della farfalla”, chi sa?) e attorno alla biblioteca della defunta contessa Rita della Ruspa.
Un thriller geniale, che accarezza la sensibilità del lettore colto e ne stimola la curiosità letteraria, perché Lo sguardo della farfalla è un libro che contiene molti altri libri: zampilla di citazioni letterarie che diventano un vero e proprio rebus, un gioco a cui il lettore stesso è chiamato per mantenere alto il suo fiuto cultural-intellettuale.
Con Lo sguardo della farfalla torna in auge la figura del detective bibliofilo di cui Baudino aveva già parlato in Ne uccide più la penna. Storie di crimini, librai e detective (Rizzoli, 2011).
“Forse il detective bibliofilo è l’unico che sta al di sopra (o al di sotto, fate voi) dei romanzi gialli in cui si trova ad agire; forse è una provocazione, una beffa, l’autore che, guidato da una propria passione, si fa prendere la mano, o semplicemente la prova che le cose, a questo mondo, non sono mai quelle che sembrano, e anche i romanzi osservano compunti la regola”.
In questa indagine ironica (non poteva essere altrimenti) ed erudita, Baudino si lancia all’inseguimento del personaggio che incarna l’improbabile legame tra inseguimenti, risse, indagini al di sopra di ogni sospetto e la passione per pergamene e libri antichi. Mario Baudino, passando per Eco, Hans Tuzzi, il mistery classico fino a Nero Wolfe, scopre l’oggetto del desiderio che accomuna bibliotecari assassini e vittime della bibliofilia: il libro.
Amanti del giallo, del noir, dell’hard-boiled e del thriller, non potete assolutamente perdervi queste chicche letterarie che si contraddistinguono per genialità, raffinatezza e originalità. Buona lettura.