Per due volte abbiamo letteralmente fatto nero il povero James Joyce con due sconsigli d’autore che hanno fatto rabbrividire molti lettori. Simonetta Tassinari ha detto No all’ Ulisse mentre Flavio Pagano ha sconsigliato la lettura di Gente di Dublino.
Oggi cambiamo autore (finalmente, direte voi!) e ci scagliamo contro… Hermann Hesse. Anzi, a farlo è l’appassionata Eleonora Sottili, autrice di Se tu fossi neve (Giunti, 2015).
Lascio la parola ad Eleonora, che ha da dire molto su Siddharta.
ELEONORA SOTTILI sconsiglia SIDDHARTA di HERMANN HESSE:
Lo so, se do questo sconsiglio è solo perché non sono ancora abbastanza saggia, non ho riflettuto, non ho neppure guardato l’acqua a lungo. Vanno bene mari, fiumi, laghi o anche le file di bottiglie al supermercato. Basta fissarla, l’acqua, e liberare la mente. Ecco, io la mente non riesco tanto a liberarla e non sono neppure del tutto convinta sia un bene farlo.
Ma Siddharta sì.
Giovane, indiano, per lo più Siddharta cerca la sua strada. E non è che questo io non lo capisca, del resto anche Ulisse, Teseo e se vogliamo persino Pollicino, ma Siddharta si fa accompagnare da Govinda. Ve lo ricordate? No? È normale, nessuno se lo ricorda. Govinda è un pretesto, una specie di spalla a cui Siddharta via via racconta tutte le proprie meravigliose intuizioni spirituali. Govinda ha una pazienza infinita, una personalità quasi nulla e lascia di sicuro meno segni di un biscotto francese (vedi Madeleine di Proust).
E tuttavia in un guizzo di intraprendenza, con la scusa del Buddha Gotama, Govinda molla Siddharta.
Rimasto solo l’eroe di Hesse, cerca subito una fidanzata. Non tanto mosso dall’amore e forse neppure dalla passione, ma da un estremo bisogno di compagnia. Con la bella Kamala, Siddharta trascorre parecchio tempo, finché all’improvviso si ravvede. Si dispera, capisce il proprio errore e scappa. Sì, scappa e, guarda caso, si ravvede e scappa proprio quando Kamala è incinta.
Serie di svolte narrative, rimpianti, tentato suicidio, nuovo incontro con Govinda, e poi nuovo incontro anche con Kamala che è appena stata morsa da un serpente. Neanche a dirlo, Siddharta non riesce a salvarla. Kamala muore e però almeno c’è un po’di giustizia, perché ora Siddharta è un ragazzo padre. Il figlio, adolescente ribelle, dopo pochi capitoli abbandona Siddharta, che da parte sua si dispera.
Ma fortunatamente c’è il fiume. Siddharta lo ascolta – non so di preciso cosa gli dica il fiume –, e torna in pace con se stesso e con l’universo, al culmine dell’illuminazione come una lampadina al tungsteno.
E dopo poco ritrova Govinda, che non lo riconosce subito – o più probabilmente fa finta! -, ma il saggio si palesa e allora Govinda proprio malgrado si arrende ancora una volta alla propria funzione letteraria e gli domanda quale sia la sua filosofia adesso: interminabile monologo di Siddharta con insegnamento morale finale.
Devo aggiungere altro?
Prometto. Fisserò a lungo il getto perpendicolare e preciso del mio rubinetto stasera e diventerò più saggia.
SCHEDA SEGNALETICA D’AUTORE:
Nata a Viareggio nel 1970, è laureata in Psicologia clinica. Ha scritto numerosi racconti e un romanzo per Nottetempo, Il futuro è nella plastica (2010). Il suo ultimo romanzo edito da Giunti è Se tu fossi neve (2015).
Segni particolari: è sempre a caccia di belle e appassionanti storie da raccontare.
Sogni nel cassetto: essere la protagonista del film Sliding Doors, a cui il suo ultimo romanzo sempre vagamente ispirato!