I Classici amici del sabato sera

Suppongo che ognuno di voi abbia almeno una cerchia di amici con cui passare del tempo il sabato sera, o comunque durante il week end, giusto? Che poi, diciamocelo, sappiamo tutti che gli amici sono la famiglia che ti scegli, ma non è sempre detto che questi amici debbano essere necessariamente “in carne ed ossa”, no?

E qui entriamo in ballo noi! I bibliofili a metà tra il mitomane e l’ossessivo, sì, proprio noi, quelli che trasformano un banale sabato sera in un viaggio tra le righe in compagnia di simpatici amici immaginari. Mi rendo conto che, detta così, potremmo sembrare pronti per il ricovero in neuropsichiatria, ma, da che mondo è mondo, è o non è il libro il migliore amico dell’uomo? Ebbene sì! Non è il cane – sì, ok, anche lui, ma purtroppo non parla – ma il romanzo, anzi, mi spingo oltre ed oso di più! Parliamo nientepopodimeno (si scrive così?) che del grande Classico! (sussurri entusiasti in sottofondo, grazie)

Bene, vi trovo tutti d’accordo e me ne compiaccio. Indi per cui, mi sono detta: e perché non condividere questa passione con tutti i bibliofili incalliti che mi leggono? Perciò ho deciso di stilare una bella lista – corposa, eh – dei dieci classici che più ho amato da quando ho cominciato a intendere e volere. A patto, però, che chi legga questa lista poi sia pronto a dirmi se gli è stata utile, se gli ha dato dei nuovi spunti per i prossimi acquisti, ma soprattutto che sia pronto a dirmi…la sua personale lista di consigli classiciosi! (classiciosi, segnate questo neologismo)

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Partiamo:

  1. Boris VianLo strappacuore, per gli amanti dei romanzi che prendono ispirazione dal teatro dell’assurdo
  2. Jane AustenLady Susan, una chicca tipicamente austeniana, fatta di intrighi e pettegolezzi. Gustosissima
  3. George SimenonLa pazza di Maigret, un tocco di giallo dal guizzo puramente letterario non poteva mancare, no?
  4. Stefan ZweigStoria di una caduta, per chi ama i classici che indagano i sentimento dell’individuo
  5. Magda SzabòLa ballata di Iza, opera sublime di questa autrice ungherese scomparsa da poco, in cui si narra il rapporto tra madre e figlia, rapporto di grande tensione emotiva
  6. Lev TolstojLa morte di Ivan Ilic, un racconto in cui emerge il vissuto di un uomo giunto al termine della sua vita
  7. Ivan A. GoncarovOblomov, il Classico dei Classici, la storia dell’inettitudine di un uomo incapace di prendere in mano la propria esistenza
  8. F. DostoevskijUmiliati e offesi, costruito come un classico romanzo d’appendice, ha per protagonista un crudele principe che si erge a giustiziere e la fa da padrone su tutti gli altri personaggi, umiliati e offesi, appunto
  9. Emile ZolaTherese Raquin, capolavoro del naturalismo francese, è la storia di due amanti che affermano il loro amore (se di amore si può parlare) uccidendo il marito di lei
  10. StendhalIl rosso e il nero, chicca che inaugura la stagione del romanzo francese, ha per protagonista un giovane precettore che si innamora di due anni. Pettegolezzi dal sapore tipicamente classico

Certo, questi sono i miei personali consigli di lettura, ma volete mettere se a darvi qualche nuovo spunto fossero, che so, delle firme autorevoli? Magari, che so, autori che hanno pubblicato romanzi di successo? E che, magari magari, avete pure letto ed apprezzato?

Basta chiedere! Et voilà. Ecco per voi due consigli letterari d’autore:

STEFANO PIEDIMONTE consiglia:

Viaggio al termine della notte, di Céline, è il romanzo che secondo me rappresenta appieno la nostra epoca. Non è soltanto il più grande romanzo del ‘900, ma un libro ancora attualissimo nel suo cinismo, e anche nelle sue vaghe, sporadiche – ma presenti – indulgenze sentimentali. Più che un romanzo, lo vedo come la scultura di un’epoca. Trabocca di disperazione, ma non rinuncia al tentativo di esistere e di amare, nonostante tutto.

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ALICE BASSO consiglia:

Tante persone, davanti alla domanda “qual è il tuo libro preferito?”, non sanno subito cosa rispondere. A volte non lo sanno nemmeno dopo un po’, nel senso che si rendono conto che di candidati al titolo ne hanno come minimo una decina e che assegnare la palma a questo a quello sarebbe un azzardo dettato dall’umore del momento. Io li capisco, eh. A me succede uguale, tipo, per la canzone, per il film o per il quadro preferito. Ma il libro, quello ce l’ho a colpo sicuro. E’ The Princess Bride di William Goldman, classe 1973 (il romanzo: l’autore è classe 1931, Dio ce lo conservi a lungo), che io lessi nella mia protoadolescenza nella traduzione di Sonzogno del 1988 intitolata La storia fantastica e che è stato ripubblicato nel 2007 da Marcos y Marcos col titolo La principessa sposa. Nel 1987 ne è stato tratto un film, diretto da Rob Reiner, che se visto da sé risulta gradevole, simpatico, delizioso. Poi lo vedete dopo aver letto il libro e vi sembra il suo fantasma slavato e mutilo. (Scusa, Rob, lo so che hai fatto del tuo meglio, e il risultato non è male, davvero. E’ che il libro è quello che è, tutto lì.)
Con buona pace dei vari amici Pratchett, Dahl, ma anche Fante e Doyle, per citarne qualcuno, The Princess Bride mi ha insegnato quasi tutto quello che so sull’ironia, la leggerezza, l’amore per l’avventura, lo svago intelligente, la possibilità esistente in natura di chiudere un libro che ti ha divertito alle lacrime e renderti conto che, ehi, ne hai tratto persino qualcosa di profondo. Ha una trama deliziosa, che mischia realtà e immaginazione, presente e passato, memoriale e fantasy in una struttura a dir poco geniale. Ha un libro dentro al libro, cosa che mi piace sempre tantissimo. Ha avventura sfrenata e immaginifica e vita quotidiana. Non annoia mai. Ma la cosa veramente fantastica di La storia fantastica (ah ah, gioco di parole! Okay, questo non era fantastico) è il suo stile. Perché è il genere di libro che ti convince che una storia raccontata bene può catturarti anche se in sé non vale nulla, se non fosse che qui anche la storia in sé vale moltissimo. E’ intriso di humour, si sorride anche quando non c’è niente da ridere e in certi punti si ride spudoratamente. Eppure alla fine ci si sente più intelligenti e più saggi. William Goldman è un genio – cosa che peraltro si può evincere anche dagli altri bellissimi libri per adulti che ha scritto, ad esempio Il maratoneta, e soprattutto dalle sceneggiature cinematografiche che ha firmato, ad esempio Tutti gli uomini del presidente. (Per dire, è l’unico sceneggiatore che abbia saputo trarre dei film ottimi dai romanzi di Stephen King – vedi Misery).
Ah, dimenticavo. magari interessa sapere anche di cosa diavolo parla. E’ la storia di un padre che legge al figlio il romanzo d’avventura che suo padre aveva letto a lui. Solo che si accorge che fa schifo, perché il padre gli leggeva solo le parti belle. Allora ci racconta solo le parti belle anche lui. Un libro fatto solo di parti belle, dai. Cosa si può volere di più?
alice basso

 

E adesso…a voi la parola! Mi fate la lista dei vostri classici classiciosi?

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9 Comments

  1. Io inizierei con “il processo” di Kafka. Sottolineo il tuo “Therese Raquin” e rilancio con: “uno nessuno e centomila” di Pirandello e “il marchese di Roccaverdina” di Capuana. Concludo con “lessico famigliare” di Natalia Ginzburg… Ma potrei andare avanti delle ore…

  2. ne metto alcuni

    1) Flaubert – L´educazione sentimentale, che preferisco (di poco) a Bovary, per la descrizione sapida e quasi enciclopedica della societá dei tempi

    2) Sterne – La vita e le opinioni di Tristram Shandy, Gentiluomo. Una grossissima influenza, romanzo digressivo e terribilmente moderno (nelle forme, nel metodo)

    3) Dickens – Il circolo Pickwick. Semplicemente il libro piú divertente (o uno dei piú…) che abbia mai letto

    4) Musil – L´uomo senza qualitá. Senza commento, vedi Sterne (chiaramente con diverse caratteristiche)

    5) Fielding – Tom Jones. Picaresco, colto, divertente, enciclopedico, scatenato

  3. I miei classici del sabato:
    – Anna Karenina, il mio classico e libro preferito in assoluto.
    – Orgoglio e pregiudizio, della nostra cara zia Jane.
    – Dieci piccoli indiani, della zia Agatha
    – Marcovaldo di Calvino
    -Jane Eyre, da leggere assolutamente durante una notte tempestosa
    – Canto di natale di Dickens
    – Poesie della Dickinson

  4. Allora…

    1. Lasciami sola, di Sauvageot
    2. Un amore, di Buzzati
    3. Le parole per dirlo, di Cardinal
    4. Penelope alla guerra, della Fallaci
    5. L’insostenibile leggerezza dell’Essere, di Kundera
    6. Non lasciarmi, di Ishiguro

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