Sono quasi dei confidenti, a volte diventano dei veri e propri amici, ma in ogni caso sono prima di tutto delle persone di cui fidarsi e a cui affidarsi.
Stiamo parlando dei librai, figure che, nel tempo, sono divenute importanti per tutti i lettori appassionati e che, oggi, hanno rivoluzionato il ruolo “classico” della categoria cui appartengono per trasformarsi in sociallibrai, ossia: librai 2.0.
Twittano, fotografano, si trasformano in instagrammers, consigliano libri su Facebook, creano eventi e video in cui invitano i lettori alle presentazioni, perché si sa, il social network è diventato il mezzo di comunicazione più diretto e immediato anche per parlare di libri (e ovviamente per promuoverli).
Ma nonostante in Italia si legga poco, nonostante molte librerie indipendenti abbiano attraversato momenti di crisi che hanno imposto loro la chiusura, i librai restano figure di riferimento a cui i lettori si rivolgono per avere dei consigli e nuovi suggerimenti.
Per scoprire e ri-scoprire la bellezza di questo mestiere così antico, ho intervistato due librai che, pur conservando intatto lo spirito originale del ruolo professionale, utilizzano il web per parlare di libri e di sé, ché la lettura è anche e soprattutto condivisione e partecipazione tra amici.
Ecco a voi un’intervista doppia a Nikita Guardini, libraio in Rizzoli Galleria, e a Cristina Di Canio, libraia presso Il Mio Libro.
NIKITA GUARDINI, libraio in RIZZOLI GALLERIA:

Cosa significa essere libraio oggi, ai tempi di Twitter, Facebook e Instagram?
Conoscere i libri, consigliarli nel modo giusto e alla persona interessata, garantire al lettore un’esperienza piacevole ogni volta che viene a trovarti nella tua libreria sono tra le principali mansioni di ogni libraio. E poi ce n’è un’altra, essenziale: far conoscere a più persone possibile la realtà in cui lavori. I social sono dei mezzi preziosi che ci permettono di estendere il “luogo libreria” raggiungendo un pubblico che magari non si trova nelle vicinanze ma che verrà comunque reso partecipe, coinvolto, incuriosito e che presto verrà a farci visita.
Cos’è per te la lettura e qual è stato il primo libro che hai letto?
Per me leggere è essenzialmente informarsi. Ricevere informazioni nuove è fondamentale per crescere e per capire. L’esperienza personale non mi basta, vivere le esperienze altrui attraverso la lettura mi arricchisce come da solo non potrei.
Quello della mia prima lettura è un ricordo molto tenero. A cinque anni chiedevo a mia madre di leggermi continuamente la fiaba dei tre porcellini: era inammissibile che il finale della storia vedesse esultare i tre porcellini per la morte del lupo Ezechiele! Piangevo sempre: il lupo non avrebbe dovuto morire! Magari avrebbe dovuto ricevere una brutta lezione, sì, ma morire!? Assolutamente no! Così chiedevo a mia madre di ricominciare la storia da capo perché all’inizio della storia il lupo era di nuovo vivo ed io ero più felice. Appena ebbi la capacità di leggere andai a ritrovare quel vecchio libro e me lo lessi in autonomia ponendo grande attenzione al finale: avevo bisogno di accertarmi che mia madre avesse letto bene!
Quale libro consiglieresti ad un non lettore che vuole approcciarsi seriamente al mondo della letteratura?
La sovrana lettrice di Alan Bennett. E’ un piccolo capolavoro che sono certo non possa lasciare indifferenti, un classico della letteratura che ognuno dovrebbe avere nel proprio scaffale. Intrattiene, diverte e avvince. Bennett, lo sappiamo tutti, è un vero spasso.
Un classico che consiglieresti a tutti e un contemporaneo che hai amato particolarmente.
Il classico è senza dubbio Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. Lo trovo un capolavoro impareggiabile e nel quale mi sono molto ritrovato. Ha molte connessioni con la vita di tanti giovani d’oggi e descrive diverse caratteristiche della società attuale. Fitzgerald era molto avanti e affronta i grandi temi della solitudine, dell’assenza di legami forti e il crollo dei miti.
Un contemporaneo che ho molto apprezzato è Amore liquido di Zygmunt Bauman. Non è una lettura scorrevole ma l’ho trovato un libro indispensabile. La società sta cambiando e cambia anche il modo di intendere l’amore. Leggendo le opere di Bauman mi sono sempre sentito perfettamente capito. Trovo sorprendente che un’analisi così precisa del cambiamento venga effettuata da un signore nato nel 1925, ma qui stiamo parlando Bauman, un vero genio.

Cosa significa essere libraio di Rizzoli Galleria?
Significa essere particolarmente fortunato. Rizzoli Galleria è tra le librerie storiche di Milano ed esiste dal 1949. Ha visto il succedersi di un’immensa quantità di autori e personaggi, probabilmente i più grandi. E’ la libreria di Indro Montanelli, Oriana Fallaci, Enzo Biagi e sappiamo bene che la lista potrebbe diventare davvero lunghissima. Ci troviamo nel cuore di Milano ad un passo dal Duomo, in Galleria Vittorio Emanuele, e la nostra clientela è molto varia ed esigente. Soddisfare le loro aspettative è una missione alla quale ci dedichiamo con grande passione.

CRISTINA DI CANIO, libraia presso IL MIO LIBRO:

Cosa significa essere libraio oggi, ai tempi di Twitter, Facebook e Instagram?
Essere librai oggi ai tempi dei social network significa avere un potentissimo mezzo per comunicare, raccontare, scoprire libri e trovare nuovi lettori. Significa usare un nuovo linguaggio, quello virtuale, per far arrivare “fisicamente” le persone in libreria.
Cos’è per te la lettura e qual è stato il primo libro che hai letto?
La lettura è parte di me. È evasione, conoscenza, sofferenza, divertimento. Sono un’affamata di storie. Il primo libro che ho letto è quello che ho rubato a mio fratello (che doveva leggerlo per scuola) : Il giornalino di Gianburrasca.
Quale libro consiglieresti ad un non lettore che vuole approcciarsi seriamente al mondo della letteratura?
Non credo ci sia un modo serio di approcciarsi al mondo della letteratura. Deve arrivare la storia giusta, il libro giusto. Io avevo un’insegnante di tedesco meravigliosa che iniziava a raccontarci storie e poi sul più bello si fermava… devi trovare il libro che ti stimoli.

Un classico che consiglieresti a tutti e un contemporaneo che hai amato particolarmente.
Il conte di Montecristo è il mio libro preferito, il libro che ha dentro tutto: la storia, gli intrighi, la vendetta, l’amore, la famiglia, il giallo… tutto! E poi un libro che ho amato negli ultimi anni è sicuramente: La casa della Moschea di Kader Abdolah.
Se dico La libreria delle storie sospese, a cosa pensi?
Penso che non mi sembra ancora vero stia succedendo a me! Una nuova avventura è iniziata e l’emozione non riesco a descriverla. Se mi avessero detto 6 anni fa che la mia libreria dalle pareti lilla sarebbe diventata un romanzo non ci avrei creduto; a volte la realtà supera il sogno!

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