Parlare di libri è bello, è appassionante, è persino coinvolgente, ma sicuramente non è cosa semplice. In un Paese come l’Italia in cui, secondo dati ISTAT, nel 2015 i lettori di libri sono il 42% della popolazione (nel 2014 la quota era scesa dal 43 al 41,4%), si fa fatica ad invogliare alla lettura, su questo non c’è – ahimé – alcun dubbio.
Ma chi ama davvero il libro in ogni sua sfaccettatura, inclusi odore e consistenza, chi si dichiara bibliofilo DOC, non può certo arrendersi di fronte a questi ostacoli.
Ecco che, quindi, il tanto demonizzato mondo del web potrebbe diventare un’arma a favore della promozione dei libri. Il mondo cambia continuamente, noi stessi siamo in perpetua evoluzione (oddio, non tutti purtroppo, ma vogliamo essere ottimisti) e anche un oggetto antico e affascinante come il libro deve necessariamente essere al passo coi tempi.
Ma come parlare di romanzi, letteratura e stile senza annoiare? I cosiddetti book blogger – come la sottoscritta – devono sfruttare l’immediatezza di Internet e dei social network (Twitter, Facebook e Instagram in primis) per sintonizzarsi con milioni di potenziali lettori e proporre i loro consigli di lettura.
Chiaro, il primo passo è quello di fotografare la copertina del libro che si sta leggendo. E qui, giù di Instagram e # dedicati (ed è subito #bookstagram). Secondo, informare i propri lettori e seguaci – nonché certi addetti ai lavori – che il romanzo che si sta leggendo è di buona qualità (o anche cattiva, come è solita fare la sottoscritta, sì, sempre lei). E allora vai con i 140 caratteri di Twitter – o con i post di Facebook.
Inevitabilmente si approda alla recensione. Bella, ricca, corposa, appassionata.
Sì, ma in quanti hanno voglia e tempo di leggere anche solo 20 righe di articolo? Io sono propria una di quelle che ha scelto – o almeno ci provo – la via della critica letteraria, quella che prevede un’analisi del testo e che non si ferma soltanto ad una semplice segnalazione della trama del libro.
Eppure non basta. Bisogna osare, bisogna fare di più. In poche parole: bisogna metterci la faccia e garantire sulla qualità del prodotto che il lettore potrebbe potenzialmente acquistare.
Ecco perché ho aggiunto al mio lavoro l’opzione video recensioni, aprendo un canale YouTube.
Il lettore, oltre a sentirsi più coinvolto e ad avere la sensazione di “sprecare” meno tempo, perché qualcuno gli sta raccontando un libro e può abbandonarsi alla voce dello youtuber, può anche divertirsi. Sì, perché qui, signori miei, più siete ironici e meglio è.
Basta musi lunghi da intellettualoni navigati, qui ci vogliono sprint, ironia e una buona dose di coraggio (quella vi servirà soprattutto quando deciderete di parlare male di un libro, come ho fatto io col Babbuino di Dalai – molto molto divertente. Per me, of course).
E dunque, tanto per darvi un’idea di ciò di cui stiamo parlando, vi rimando direttamente al mio canale YouTube.
Mi aiutate a migliorare? Vi va? Bene, allora nei commenti potete dirmi tutto quello che secondo voi andrebbe modificato, arricchito, tolto o comunque rivisto. Belli scatenati, eh.
Buona visione e, come sempre, buone letture e buon divertimento!
Grazie per le bellissime idee di lettura. Mi sono segnata tutti i titoli! Grazie davvero.
Sono felice che ti sia stata d’aiuto! 🙂 Ai prossimi consigli allora!
Grazie Giulia 🙂
Grazie a voi lettori appassionati 🙂
Ciao 🙂
Nell’articolo hai certamente centrato il punto: la rete può essere un buon trampolino di lancio per i libri e per parlare di libri incuriosendo i (potenziali) lettori.
Io curo un blog e i vari canali social, ammiro molto chi ha il canale YT: è una bellissima idea, ma nel mio caso rischierei di impappinarmi troppo facendo scappare i lettori 🙂
Claudia